Milano, Unione Europea.
La letteratura, come tutta l'arte, è la confessione che la vita
non basta. (Fernando Pessoa)
NEL GOMMONE - di cosa parla
Il libro è articolato in sette racconti, che toccano con taglio surreale, paradossale e divertito temi drammatici e su cui probabilmente si gioca la futura convivenza civile sul pianeta.
Ogni giorno migliaia di uomini, donne e bambini lasciano terre desolate, affamate, distrutte dalla guerra e da governi disumani. Superano difficoltà incredibili, incontrano altra violenza sul loro percorso e mettono in ostaggio la loro vita per arrivare in Europa (o negli Usa, o altrove) per avere una chance.

Li vediamo in televisione, cerchiamo di non emozionarci troppo in casa all’ora di cena. Li compatiamo, ci indigniamo con la politica alta e bassa, magari portiamo qualche vestito vecchio in un centro di raccolta, o quantomeno firmiamo un appello su Facebook. Auguriamo - giustamente - grandine e vituperio sull’ignoranza razzista e sui partiti xenofobi che su di essa prosperano.

Ma arriva anche il momento dell’impotenza.
L’istante in cui sai che da solo non puoi fare nulla, che le colpe sovranazionali di questo scempio sono troppo grandi per ognuno di noi, e che il tuo versamento o la tua vecchia coperta donata non spostano le cose.
Soprattutto: che non puoi umanamente sopportare a lungo di stare male per loro. Che una certa dose di indifferenza, superficialità, piccolo cinismo ti è necessaria.
Quelle persone restano anonime migliaia e non singole storie racchiuse in due occhi.
E - via via - il disastro biblico si fa normalità anche nelle menti migliori di ogni generazione.

Questi sette racconti hanno un pregio grande: ti parlano di un’enormità e ti fanno ridere.
Come ti permetti, piccolo borghese egoista che non sei altro?
Mi permetto perchée; Lello Gurrado entra nei meccanismi mentali - i nostri - che delineano il rapporto fra noi e “gli altri”, ne mostra le incongruenze, mette noi “salvati” nella parte di coloro che chiedono di esserlo, infrange le logiche profonde con cui erigiamo le nostre barriere.

Una volta che hai riso, ti rendi conto che quegli schemi mentali sono anche i tuoi.
Hai riso di te, del tuo conformismo, delle tue reazioni stereotipate.
E - anche se sai di potere poco - vedi finalmente degli esseri umani.