Milano, Unione Europea.
La letteratura, come tutta l'arte, è la confessione che la vita
non basta. (Fernando Pessoa)
NEL GOMMONE - leggi una pagina
Juventus

Lo chiamarono più semplicemente Umberto; ma "Juventus" diventò comunque e inevitabilmente il suo soprannome.
Perché il figlio della donna del Burundi e dell’allevatore veneto rappresentava un caso mai verificatosi al mondo.

Era per metà bianco e per metà nero.
Come la maglia della Juventus, appunto.
Per il figlio di un italiano e di una donna del Burundi è normale essere per metà bianco e per metà nero, direte voi. Invece no, perché Umberto, detto "Juventus", è vero che era metà bianco e metà nero, ma lo era in un modo anomalo, mai visto prima.

Aveva il viso di due colori: la guancia destra bianca, la guancia sinistra nera; un braccio bianco, il destro, e l’altro nero. Una gamba bianca, sempre la destra e una nera. E così le orecchie, ma a posizioni invertite: bianco l’orecchio sinistro, nero quello destro, così come i piedi.
Ma soprattutto le dita. Le dita erano una straordinaria alternanza di bianco e nero. In una mano il pollice, il medio e il mignolo erano bianchi, l’indice e l’anulare neri. Nell’altra il contrario: pollice, medio e mignolo neri, indice e anulare bianchi. Un po’ come i tasti di un pianoforte, per intenderci.
Le dita dei piedi erano più omogenee: tutte bianche quelle del piede destro, tutte nere le dita del piede sinistro.
Il costato dalla parte del cuore era bianco, quello dalla parte del fegato nero.
La schiena, scura dalle spalle alla vita, verso le natiche diventava bianca. Natiche alternate naturalmente, una di un colore una dell’altro.

A questo punto è naturale che emerga la più sottile delle curiosità...