Milano, Unione Europea.
La letteratura, come tutta l'arte, è la confessione che la vita
non basta. (Fernando Pessoa)
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Parla Leningrado! Parla la città di Lenin!

Cannoni lontani lenti

Questo era l’inizio delle trasmissioni di Radio Leningrado.



PETROVA: Potrei andare io con la slitta.

Cannoni continui

BABUSKIN: Cerchiamo di non sprecare parole inutili, tra poco sarà buio, non si vedrà nulla per le strade, senza contare il freddo, e non penso che lei abbia le forze per portare la legna per le stufe del comitato radiofonico, anche se così gli studi geleranno ancora di più (lentamente a sfinire) e gli strumenti si possono… si possono…

ORLOVA: Mi dispiace compagno Babuskin, non ho… ero troppo stanca e mi sono addormentata… abbiamo spento tre incendi questa notte dopo il bombardamento e non mi sono svegliata prima del coprifuoco… io non volevo…

LEONTEV: Indosseremo più vestiti e dormiremo con i cappotti per questa notte.

POLOVNIKOV: Leontev… Leontev…

LEONTEV: Poi domattina andrò con le slitte a recuperare da qualche parte…

POLOVNIKOV: (voce alta) Leontev… noi dormiamo già con i cappotti anche quando abbiamo la legna per la stufa.

PETROVA: Siamo sicuri di aver bruciato tutti i mobili, tutto che quello che si poteva bruciare? Forse negli altri piani della…

POLOVNIKOV: Abbiamo bruciato tutto e anche qualcosa di più. Potremmo deciderci per il pianoforte.

LEONTEV: Non penso sia un’idea condivisibile…

BABUSKIN: Penso che dovremo trovare una soluzione comunque, anzi ho deciso…

PETROVA: Compagno Babuskin, penso che bruciare il pianoforte sia un’idea stupida, prima o poi riprenderemo a fare i concerti anche in radio e ci servirà di sicuro un…

LEONTEV: Per la radio dobbiamo trovarla anche per questa notte, una soluzione, e non bastano solo i cappotti.

ORLOVA: Dobbiamo pensare anche agli studi, non si riesce a parlare. L’altra mattina c’erano dieci gradi sotto zero.

POLOVNIKOV: Potremmo mandare in onda il metronomo… almeno fino a quando non gela… (tossisce) mi sembrava un’idea come un’altra… (gelo)

BABUSKIN: Per questa notte useremo la carta per tenere tiepide le stufe.

PETROVA: Ma non ne abbiamo per riscaldare le stufe, scriviamo...

ORLOVA: Non vorrà usare i fogli della redazione… Siamo gia disperati, scriviamo su ogni pezzo di…

BABUSKIN: (deciso) I libri.

Pausa, gelo

POLOVNIKOV: Scusi… compagno Babuskin, ho capito bene? Ha detto i…

BABUSKIN: Avete capito benissimo, ho detto i libri, quelli che vi siete portati da casa, quelli che avete messo sotto i letti, i libri… e vi invito a muovervi. È un ordine e… come tale non intendo discuterlo.

Vociare contrariato

BABUSKIN: Portate i libri che volete bruciare… (tosto) Adesso. Ne abbiamo già bruciati a centinaia… e a milioni. I libri sono stati bruciati in ogni casa… per sopravvivere si può e si deve tentare…

LEONTEV: (pausa, indecisione) Io avrei… questo libro… è un’edizione della biblioteca di mio padre.

POLOVNIKOV: Fermo lì! Non faccia un altro passo. Metta giù quel libro. Non si può bruciare Puskin. È la nostra vita, è la nostra poesia, la nostra terra.

LEONTEV: Io non brucio Puskin. Brucio della carta. Puskin lo conosco a memoria.

POLOVNIKOV: Ma è carta della biblioteca della sua famiglia!

LEONTEV: E della carta adesso abbiamo più bisogno che dei libri di una vecchia biblioteca. Le prometto che se l’assedio finirà riscriverò per lei tutte le poesie di Puskin che ancora ricorderò.



Qui abbiamo fermato i tedeschi.