Milano, Unione Europea.
La letteratura, come tutta l'arte, è la confessione che la vita
non basta. (Fernando Pessoa)
ESTRANEI - di cosa parla
Pièce teatrale dal ritmo deciso, poche ma taglienti stille di parole, lui e lei e la fine della coppia.

Anche se lasciarsi quando è ora resta la cosa migliore, si cammina sull'orlo di ciò che può ancora capitare. A lungo, sia da soli che in due, si cercano la modalità, le frasi, il luogo e il momento per la messa in scena della coppia che finisce. Dare la notizia - come se già non la sapessero entrambi - per passare alle recriminazioni.

La fase che dovrebbe essere l’attenuazione graduale della coppia fino a sparire, talvolta diventa lo sviluppo di un nuovo viluppo, la coppia che sta insieme per poter capire perché non si sta più insieme e chi ne è il primo responsabile. Ci si convince a vicenda di cose mai avvenute, ricordi che non esistono, fino a creare un passato di coppia che non c’è mai stato: quello dei doppi fini e delle strategie. Modi di essere coppia propri della coppia che finisce, non di quella di prima.
La profonda discrepanza tra l'amore e la rappresentazione postuma dell’amore. Fra la decisione da prendere e la sua - appunto - messa in scena.

In un punto si accenna alla realizzazione personale attraverso il passare l’aspirapolvere: è l’istante in cui inizia la fine, o la libertà di non darne peso?
O solo ansia e nostalgia di pulizia interiore, oltre che sotto il divano.

Per mollarsi bisogna prendersi sul serio e prendere sul serio tutto ciò che c’era prima, sopportare di avere ricordi comuni. Paura di ammettere che non ci si amava davvero, che c’erano già nell’insincerità i germi del mollarsi. E se c’era insincerità, come si può essere sinceri nel mollarsi? È certo che lo vogliamo?

Un percorso scenico profondamente pinteriano, cronaca di ogni giorno. Violenza, talvolta; qui affrontata nella sua genesi più profonda.