Milano, Unione Europea.
La letteratura, come tutta l'arte, è la confessione che la vita
non basta. (Fernando Pessoa)
DISTRUGGI QUESTA GABBIA - leggi una pagina
"Come mai sei a Milano?"
Lui rispose: "Al mio Paese c’e’ poco lavoro, e poi a Milano la lotta è vera...".
"Che significa la lotta è vera?"
"Che si fa la rivoluzione."
"È già partita la rivoluzione. L’occupazione di questa casa è rivoluzione!"
"Io voglio essere in prima fila: è da ragazzino che aspetto questo momento."
"Distruggeremo il vecchio mondo, ci sarà l’uomo nuovo, anche fare l’amore non sarà più tabù...", continuò lei.
"È bello quello che dici: fare l’amore è una cosa meravigliosa!"
"E tu al tuo paese fai l’amore?"
"Con le puttane, a pagamento..." rispose lui.
"È bello?" chiese lei.
"No! Non è la stessa cosa. Qualche volta è bello. Tante volte invece paghi i soldi e per un motivo o per l’altro non raggiungi neanche l’orgasmo, e te ne vai come un cane bastonato. Tutto dipende dalla persona che incontri: con quelle più gentili è più bello, ma anche con quelle non fai mai come con te; quei finti gemiti, quelle finte carezze, quei finti sospiri finiscono per rendere tutto così freddo e meccanico... tu percepisci tutto, quindi il godimento è solo uno svago, uno sfogo, tanto per sentirti maschio e poter dire ho fatto l’amore con una donna..."
"E le ragazze del tuo paese non fanno l’amore?"
"Quasi mai! Qualcuna lo fa e viene additata a vita come puttana."
"Quello che stai dicendo fa schifo..."
"È assurdo, ma è così."
"E voi uomini cosa fate per aiutarle?"
"Niente..."
"Niente? Neanche voi compagni?" domandò con rabbia.
"Diciamo che una certa cultura contagia anche noi..."
"Anche tu!" esclamò adirata.
"No! Io non sono d’accordo, ma a dirti la verità non ho la forza e il coraggio di fare niente..."
"Sei un rivoluzionario a parole e merda nei fatti!"

"Perché non mollate tutto e lasciate che le masse maturino e facciano da soli la rivoluzione?"
"Non è possibile. Noi sì che saremmo dei traditori: troppi scritti, troppa teoria abbiamo fatto, troppe azioni politiche abbiamo portato avanti. Se noi abbandonassimo tutto, le masse si che si sentirebbero tradite per l’ennesima volta. Andremo avanti fino in fondo, la sconfitta o la vittoria, ma la fuga mai..."
"Io non scappo e non mi arrendo" - aggiunse Cosimo - "continuerò la lotta di classe come l’ho sempre pensata, insieme alla masse, nella legalità!"
"La legalità. Che ridere! No, caro compagno, sarà anche fra cento anni ma la via per prendere il potere è una sola: la lotta armata. Stai tranquillo, è storicamente provato e sarà sempre così. La legalità per i padroni esiste solo fino a quando il loro dominio non è messo in discussione..."
A quel punto la conversazione terminò.
Felicina abbracciò Cosimo e gli disse: "Addio, forse non ci rivedremo più...".